Paura contagi Covid e poteri governativi

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di Salvo Barbagallo

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In Italia il numero dei contagi da Coronavirus purtroppo continua a salire se pur nelle oscillazioni, più o meno quotidiane: nella collettività nazionale torna una forte preoccupazione proprio alla vigilia del voto referendario e in tanti si chiedono se sia il caso di correre rischi in mancanza di sicurezza garantita. Di certo lo scenario non è rassicurante osservando quando accade anche fuori dai confini nazionali, dal Regno Unito a Israele, dalla Spagna alla Francia per non guardare quanto si verifica oltre Oceano e altrove: nuovo lockdown in atto o in preparazione, restrizioni graduali che non fanno presagire nulla di buono.

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Nel nostro Paese si assiste con indifferenza ai paradossi: si riaprono le scuole nonostante le evidenti criticità, ma diventa un “caso” la minigonna in classe; si riaprono gli stadi (anche se con numero predefinito di spettatori), i porti restano aperti per “accogliere” migliaia di migranti (guai a definirli “clandestini”!) senza porsi interrogativi sul loro effettivo stato di salute; si assiste da un capo all’altro del territorio all’escalation degli atti di violenza che suscitano raccapriccio per non più di 24 ore; eccetera, eccetera. I problemi sul tappeto restano e chi ha la responsabilità di governare non mostra alcun interesse a risolverli. Si tira in ballo il fantasma del fascismo per giustificare reazioni inconsulte nei confronti di coloro che esprimono “opinioni” diverse da chi detiene le leve del vero potere, del potere “decisionale”. Tutto troppo facile, tutto troppo difficile, tutto sull’orma della prevedibilità nel momento di una effettiva incertezza del domani. La Pandemia ha cambiato tutto, in quanti si sono chiesti e in quanti si chiedono chi sta muovendo i meccanismi del consequenziale caos?

Il caos, o più semplicemente la “confusione”, giova a pochi, non alle collettività che ne subiscono le ricadute negative.

L’esperienza del lockdown totale già vissuto in Italia a chi tira le fila ha sicuramente insegnato qualcosa: un’esperienza che non potrà essere riproposta negli stessi termini. Dunque? Le “zone rosse” – vorremmo essere in errore – saranno attuate, ma questa volta a “macchia di leopardo”. La Pandemia che continua a mietere vittime (quante quelle reali?) si dimostra uno strumento ineguagliabile per imporre decisioni che scavalcano le normative istituzionali e costituzionali. Ciò è possibile perché il Governo attuale non ha una “Opposizione” che possa ostacolarlo e perché non c’è un “Garante” al di sopra delle parti.

Una “visione” pessimistica, quella presentata? Fino a quando è possibile “esprimerla”, è solo una “opinione” che, magari, può dare fastidio, ma che non potrà scalfire il potere monolitico di chi porta avanti interessi alieni, mentre avrebbe il dovere di guidare – senza innescare “odio su odio” – una nazione in una delle fasi più difficili della sua esistenza.

Tutti a Scuola? Certo… ma in che condizioni?

Il lavoro? Sempre meno in una economia complessiva allo sfacelo.

La solidarietà di accoglienza per chi non fugge da fame e guerre? Certo, i soldi ci sono e se non ci sono si trovano.

La Giustizia? Ai più appare strumentalizzata e a senso unico.

I contagi da Coronavirus? Aumenteranno in maniera esponenziale in autunno/inverno.

Dove si andrà a parare? E chi lo può dire…

Visione pessimistica? Boh! E’ solo una “opinione”, in fondo…

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